Tornare bambini a Tokyo – parte seconda – Asimo, Odaiba
Di occasioni per tornare bambini a Tokyo ce ne sono molte e così eccoci al secondo episodio di questa mini-serie, dedicata anche questa volta a un robot: Asimo.
A differenza di Gundam però, di cui vi ho parlato nella parte prima, Asimo non è un robot dei cartoni animati, ma un progetto che nasce niente-popo’-di-meno-che dalla Honda. Si tratta infatti di un progetto fanta-scientifico per la creazione di un assistente mobile multi-funzionale: in teoria in un prossimo futuro, potremmo avere tutti il nostro robottino in casa, una sorta di aiutante che io sfrutterei sicuramente come aiutante per le pulizie!
Lasciando per un attimo da parte queste fantasticherie, non saprei descrivervi l’emozione che ho provato davanti a Asimo. La dimostrazione, ma mi piace di più raccontarvela come uno spettacolo, dura si e no 10 minuti, ma l’intensità di questo contatto e l’affetto che hanno provocato in me sono state tali da farmi veramente sentire una bambina.
E in effetti, la sala era piena di bambini che assistevano allo spettacolo. Prima di iniziare, la presentatrice ha introdotto brevemente Asimo, ha spiegato come e perché è nato e ha dato qualche indicazione su quello che avremmo visto di lì a poco. Tra i bambini si percepiva una agitazione palpabile e io, con loro, non stavo più nella pelle. La presentatrice ha continuato raccontando che Asimo è famoso in tutto il mondo e chiedendo ai presenti da dove venissero. ITALYYYY! Mi sono sentita urlare! Si, si, MI SONO SENTITA, ero io che urlavo, presa dall’euforia o da un raptus.
Quindi, dopo un buon quarto d’ora di attesa, la musica inizia, da una piccola porticina si vede una serranda alzarsi e dietro ecco comparire il nostro robottino, illuminato come una star. Passano pochi secondi e Asimo cammina, esce dalla sua postazione, percorre qualche metro e si posiziona proprio in mezzo alla pedana. I bambini sono in estasi. Oooooooooh!
E non è finita qui: Asimo parla. Saluta e si presenta. Certo, in Giapponese, e io non ci capisco una cippa lippa, ma parla e la presentatrice ci racconta cosa sta succedendo.
Durante lo spettacolo poi assistiamo a tutto quello che Asimo riesce a fare: oltre a parlare e camminare, sa anche correre, batte le mani, fa l’inchino, fa ciao ciao, gioca a calcio e per finire… balla, un po’ sullo stile di Jonny Groove, ma balla!
E dopo aver dimostrato tutto quello che sa fare, è giunto il momento per Asimo di tornare a fare la nanna, così da bravo robottino educato ci saluta, cammina fino a raggiungere di nuovo la sua porticina, ci regala un ultimo inchino e infine sparisce dietro alla serranda che si richiude.
Oltre ad Asimo, che è un androide, è possibile vedere anche un gattino robot e una foca robot, sviluppata per fini terapeutici.
Un assistente se ne va in giro per il museo su uno sgabello-mobile, che detto così fa molto bat-mobile, ma che in realtà è un altro progetto di mobilità di Honda. Per maggiori informazioni su Asimo o per visionare gli altri progetti Honda vi lascio qui il link, dateci un occhio perché è un vero spasso.
Non so se sia stata la strana sensazione provocata da questo moto di empatia che ho provato per un robottino, o forse la meraviglia di scoprire che l’uomo ha inventato un androide così perfetto e carino o forse per la presenza di tanti marmocchietti giapponesi, così bellini e così emozionati, ma questo incontro, seppur breve, mi ha davvero toccata al cuore.
Se passate da Tokyo, fateci un pensierino perchè ne vale la pena.
Per assistere allo spettacolo di Asimo dovete recarvi al Miraikan, il Museo Nazionale delle Scienze Emergenti e dell’Innovazione che si trova a Odaiba, Tokyo. Il Museo è poco distante dalla statua di Gundam, noi ci siamo andati a piedi da lì. In alternativa, la fermata della Yurikamome Line più vicina è la Telecom Center Station.
Asimo si esibisce alle 11:00, alle 14:00 e alle 16:00 per circa 10 minuti.
Qui trovate il link per controllare gli orari dello spettacolo, nel caso subissero qualche modifica rispetto ad oggi.
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