Quando il tempo rallenta: eliminare il rumore di fondo
L’emergenza nazionale che ci ha colpiti questa settimana ha iniettato uno strano sentimento in tutti noi.
Qualunque sia l’idea che ci siamo fatti di questa situazione, di come sia stata gestita e comunicata, tutti abbiamo rallentato. Qualcuno, suo malgrado, ha dovuto fermarsi. E in questo scenario surreale, a tratti ovattato e a tratti strillato, ho realizzato che non ne posso più dei social. Non ne posso più di questa invasione non richiesta di pareri e opinioni.
È poco “politically correct”, me ne rendo conto. Ma ne va della mia salute mentale.
E così ho rispolverato un vecchio post, che avevo scritto ormai 3 anni fa e che non ho mai pubblicato. Un articolo che oggi trovo attuale e che mi rappresenta ancora. Ve lo lascio qui, nel tentativo di spostare un po’ l’attenzione dal virus e per tornare, anche solo un attimo, a pensare alle nostre vite.
Il tempo che scorre veloce
Vi fermate mai a pensare a come il tempo scorresse più lento qualche anno fa?
Io non lo faccio quasi mai. Le mie giornate sono zeppe di cose da fare. Corro incessantemente da mattina a sera: casa-treno-ufficio, corro a pranzo per poi tornare in ufficio e ricominciare a correre e poi via verso il treno e verso casa di nuovo. Nella mia giornata parlo con decine di persone, ricevo una quantità smisurata di mail, tweet e foto, leggo, scrivo, assimilo “vagonate” di informazioni.
La cosa vi suona vagamente familiare? Non mi sorprendo.
Ormai il multi-tasking è diventato la norma: rispondiamo al telefono mentre stiamo lavorando a una presentazione al PC e magari in contemporanea riusciamo anche a chattare con la mamma che ci chiede come stiamo e quando passeremo a trovarla. Che ci vogliamo fare, è il mondo che avanza e noi dobbiamo stare al passo. E a questa cosa ci crediamo talmente tanto che non la mettiamo nemmeno più in discussione.
Poi arriva un momento in cui ti becchi un’influenza “bastarda”. E la prendi proprio bene, come un pugno in piena faccia e a quel punto non puoi far altro che arrenderti, ti devi fermare, ti devi curare… “stai al caldo” ti dicono tutti e lì, al caldo, nella tua casetta, succede.
Succede che ti riappropri del tuo tempo.
Quando il tempo rallenta
Ti rendi conto di quanto sia lungo un giorno e di quanti minuti ci siano davvero in un’ora. Quegli stessi minuti, che di solito ti scivolano dalle mani come granelli di sabbia che non riesci mai ad afferrare, sono lì davanti a te, li puoi quasi toccare da tanto li senti concreti e reali. Non come il tempo sfuggente delle solite giornate colme di impegni, questi sono minuti pieni, belli panciuti, rilassati. Sono lì a tua disposizione e ti dicono: prendimi! Fai di me quello che vuoi.
E quello che succede, quando hai tutto questo tempo a disposizione, è che inizi a pensare.
Quando inizi a pensare
I pensieri ti vengono spontanei, escono da soli senza che ci si sforzi più di tanto. La cosa bella dei pensieri è che sono come le ciliegie: uno tira l’altro. Così ti ritrovi a pensare ai tuoi progetti, alla tua vita, ai ricordi, in un flusso libero a cui non eri quasi più abituato, ma che ti esce comunque spontaneo, naturale.
E a quel punto ti sorprendi: sembra quasi che siamo nati per pensare.
Quanto tempo è passato dall’ultima volta che avete avuto il tempo per pensare? Che poi, sono davvero le giornate a essere cariche fino a scoppiare o piuttosto siamo noi che ci imbottiamo con mille cose da fare per non pensare?
Perché pensare a volte fa paura o perché temiamo la noia.
Fermarsi e staccare la spina ogni tanto fa bene, annoiarsi anche un po’ non è poi così male. Può avere anche i suoi lati positivi.
Allenta lo stress.
Apre la mente e aiuta a concentrarsi su ciò che è davvero importante.
Elimina i disturbi e le mille interferenze che ogni giorno ci distraggono e ci fanno perdere tempo.
Eliminare il rumore di fondo
Avete mai fatto il conto di quanto tempo perdete ogni giorno per dar retta a twitter e instagram? Siete davvero sicuri che vi interessi così tanto quello che succede su facebook?
Stare sempre sul pezzo è diventato più importante del “pezzo” stesso.
L’importante è esserci, a fare cosa viene dopo e, in fondo, non conta un granché.
Non mi fermo mai a pensare a come il tempo scorresse più lento qualche anno fa, semplicemente perché non mi fermo mai.
E se a un certo punto qualcuno dicesse basta? Basta a tutte queste corse, a tutto questo cinguettare, a tutto questo rumore di fondo? E magari decidesse di prendere in mano la propria vita e viverla davvero?
E se questo qualcuno fossi io?
05/03/2020 @ 12:53
Che bel post Nico. Io sento che mi son fermata, ma solo da una parte. Dall’altra parte mi sono riappropriata del mio tempo per fare cose che ho procrastinato per anni. È arrivato il momento di farlo… E così non mi sono mai fermata del tutto: ho incasellato gli impegni e la mia vita per ficcarci dentro le Azioni che non ho fatto in questi anni e finalmente costruirmi il futuro che voglio. E comunque… Anche io non ne posso più dei social, in particolare Facebook. Veramente. Ha rotto.
05/03/2020 @ 15:26
E’ esattamente quello che intendevo: riappropriarsi della propria vita! E sì, Facebook ha davvero rotto!
03/03/2020 @ 7:54
Bellissimo. Questo post esprime alla perfezione il mio pensiero dell’ultimo anno. Sei brava, continua a scrivere, continua a condividere ciò a cui tu stai arrivando prima di molti altri in modo da aiutare chi cerca rimedi all’ansia in luoghi e modi diversi pur avendoli fra le mani: staccare la connessione.
05/03/2020 @ 15:28
Mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo! Grazie, cara!