Cronache di una vita da blogger

Quando apri un blog nessuno ti dice ben chiaro quello che ti aspetta. Ognuno si fa una sua idea di cosa potrebbe arrivare: chi sogna la fama, chi i soldi, in tanti sperano di conoscere nuove persone e di vedere posti nuovi, ma nessuno sa qual è il prezzo da pagare per arrivare a quegli obiettivi.

Dovete sapere che non è tutto oro quello che luccica. Esiste una zona d’ombra, o forse è più corretto dire una macchia nera, che prima o poi inghiotte tutti i blogger. C’è chi passa per il classico blocco dello scrittore, chi si perde in riflessioni esistenziali non sapendo bene quale strada prendere e chi si ammoscia davanti a dei risultati che stentano ad arrivare.Per quel che mi riguarda, in 5 anni di blogging ho sperimentato tutti questi stati d’animo a fasi alterne o anche a volte mischiati e sovrapposti, in una composizione multistrato come la torta millefoglie perché in cucina non sono mai stata brava, ma a combinare disastri sono imbattibile! Un po’ Calimero e un po’ Willy il Coyote.

Oggi One Two Frida compie 5 anni e io mi sento a metà tra lo stordito e l’incredulo. Generalmente sono una rana con una scarsa costanza nel portare avanti qualsiasi tipo di impegno. Per dare un’idea, a volte mi stufo anche solo ad aspettare che l’acqua della pasta inizi a bollire! Converrete con me che in queste condizioni, 5 anni di blog sono davvero tanta roba!Scrivere un blog

Dunque, ho resistito per ben 5 anni portando avanti il mio progetto all’inizio un po’ appannato, poi via via più definito, ma sempre attraversando questa selva oscura chiamata “vita del blogger” che mi ha forgiato nel carattere e mi ha fatto sviluppare uno stoicismo di cui non mi credevo capace.

Non mi credete? Ora vi racconto!

Quando i risultati non arrivano

Cos’è successo è presto detto. L’inizio è stato un po’ in salita. È un periodo duro e senza soddisfazioni. È così per tutti ed è per questo che la maggior parte dei blogger mollano l’impresa dopo i primi mesi. Tanto lavoro e nessun risultato: decisamente deludente!

Dopo poco, però mi sono convinta di saper scrivere! Qualche amico deve avermi fatto i complimenti per come scrivevo e così ho perso i miei timori iniziali. Mi sono detta che forse non ero così male. Ho sciolto i freni che mi tenevano legata, ho liberato la creatività e ho iniziato a scrivere dei pezzi che… cavolo… erano una bomba! Ho iniziato a pensare: wow, ma sai che forse sono davvero brava? Forse ho trovato una cosa che so fare davvero! Forse vincerò un Pulitzer! La gente leggerà i miei libri e mi inviteranno in radio e in TV per parlare dei miei testi che verranno usati all’università e imparati a memoria, declamati dagli amanti della letteratura e diffusi in filodiffusione nelle sale d’attesa. La gente mi fermerà per strada e mi chiederà: “ehi scusa, ma tu per caso sei Frida la scrittrice?E io accennerò un sorriso in stile “dai-mi-hai-riconosciuta?”, strizzerò l’occhiolino con fare ammiccante e dirò: “Oui, je suis Frida la rana!”

Lettori registrati a quei tempi sul blog: zero.

È bastato davvero poco per realizzare che in realtà di blogging non ne sapevo niente. Scrivere bene non era sufficiente.

Vita da blogger

Quando scopri che devi imparare a fare cose

Dovevo scrivere per la SEO: Search Engine Optimization.

– Frida, nessuno ti legge perché nessuno ti trova. Devi fare in modo di essere trovata.

E come si fa? Ben presto ho capito che dovevo studiare robe tecniche, dovevo imparare a impaginare un post, usare le parole più opportune per piacere a Google e non semplicemente quelle che mi passavano per la testa. Mi son detta: Cioè, sì, forse sono brava a scrivere, ma devo imparare a scrivere un blog. Mannaggia!

Poco male. Mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato a studiare. Ho cercato di capire cosa dovevo fare, come dovevo scrivere per ingraziarmi i favori del dio Google, quanto dovevo scrivere, quando dovevo scrivere. Sapete una cosa? Scrivere un blog è una palla assurda! Uno potrebbe pensare: uh, quanto è bello scrivere tutto quello che pensi! Sta cippa! Devi scrivere quello che il lettore cerca, devi scriverlo come piace a Google e quando te lo dice lui. Devi rispettare le regole, non mollare un colpo, guai a te se per una volta scrivi qualcosa che ti frulla per la testa, ma non sarai mica matto? Ok ok! Farò come dite voi, mi son detta! E, incredibile ma vero, i lettori sono iniziati ad arrivare.
Daje, che stavolta spacco! C’è qualcuno che legge i miei post e non è mia mamma! Cioè, mia mamma li legge, ma qui vedo 5 lettori e io di mamma ne ho una sola!

Fantastico! Poi piano piano quei lettori sono diventati 10, poi 15 e poi addirittura 30!

Niente male! La gente mi trova su google e legge i miei post! Che figata!

Sviluppare i social

Quando quello che scrivi non ti piace più

Sì, però ora i miei post non mi piacciono più!

Sono piatti e monotoni! Sono scritti seguendo le regole che altri mi hanno imposto! Non sono più creativi e meravigliosi come i post che scrivevo all’inizio! Quelli sì che erano dei pezzi strepitosi! Un tempo scrivevo dei post fantastici, ero piena di idee, ero ironica e colorata, la gente mi adorava! Ora quasi quasi me li rileggo per prendere ispirazione e così tornerò a scrivere come un tempo!

Ed è così che ho riletto i vecchi post…
Ed è così che mi sono accorta che erano brutti!

Oddio che vergogna! Ma come ho fatto a scrivere queste merde?

Ora, credetemi: tutti i blogger ci passano. Tutti i blogger rileggono i vecchi post e ci rimangono male. E io lo ammetto: è stata la batosta più grande. Quando realizzi che i tuoi capolavori non sono mai esistiti. Che probabilmente non vincerai mai il Pulitzer e che senza ombra di dubbio agli inizi della tua carriera di blogger ti drogavi.

Ma come ho fatto a pensare che fossero fantastici?

Sapete come ho fatto? Si chiama effetto Dunning- Kruger. Per farla breve, è una distorsione cognitiva: non sai nulla di argomento e quindi ti convinci di essere un asso.

E io c’ero finita dentro in pieno! Caro Dunning, caro Kruger, mi avete gabbata!

Quindi, sintetizzando la mia esperienza da blogger: ho iniziato scrivendo dei post brutti che non si leggeva nessuno e ho proseguito imparando a posizionarli bene su Google, così ora i miei post brutti li leggono in tanti. Niente male! Gran bel lavoro! Frida, devi essere fiera di te!

Mi sono detta: quasi quasi mi butto sui social!Vita da travel blogger

Quando non sai che strada prendere

Ho pensato di buttarmi sui social, ma voi… giovani blogger che state leggendo queste righe sconclusionate… fidatevi di me: non fatelo!

Nella mia fase social ho dedicato tempo ed energie in prima battura a Twitter, che è stato un social che mi ha dato qualche bella soddisfazione, finché qualcuno non ha decretato che era un social ormai morto.

Caro Twitter, ti ho voluto bene! Riposa in pace!

Sepolto Twitter mi sono buttata su Facebook, finché Mark non ha deciso che i tuoi post non li debba vedere più nessuno a meno che tu non sia disposto a pagare. Non so voi cosa ne pensate, ma a me questo sembra un ricatto bello e buono! Per principio mi sono rifiutata di andare a pagare il pizzo ad uno sbruffoncello americano e così, come tutti, mi sono buttata su Instagram.

Instagram è stato amore a prima vista. Poi ho iniziato a odiarlo, quando sono spuntati i primi furbetti che pensavano di poter crescere utilizzando i bot. Ho pensato: io non li userò mai, meglio pochi ma buoni! Chi mi ama mi segua! Poi mi sono voltata e non c’era nessuno! Oddio che tristezza. Sono una rana triste e sola che miagola nel buio. Mi toccherà abbandonare pure instagram.

Ora c’è qualcuno che sta puntando tutto su Tik Tok! No, dico: Tik Tok? Ma siamo seri? Tik Tok, perdonami… ma sono una rana di una certa età ormai e tu non mi avrai mai!

Poi ho pensato di buttarmi sui video, ultimamente ho pensato di buttarmi sui podcast e per finire ho pensato: Frida, ma si può sapere che cosa vuoi fare nella vita?

Buio. Aiuto. Non lo so. A un certo punto mi sono persa. Travolta da questa onda digitale di gente che dice cose, che parla e parla, che non si capisce bene cos’abbia da dire, ma intanto dice e tutti che hanno progetti e lanciano progetti e cosano progetti e io? Mi sono sentita come quando a scuola qualcuno leggeva e tu ti distraevi un attimo e perdevi il segno. Ho perso il segno. Cosa stavamo dicendo?Studiare la SEO

Quando arrivano i risultati e le soddisfazioni

La cosa buffa è che in questi anni sono pure riuscita a combinare qualcosa di buono!

Ho organizzato un paio di blogtour che tutto sommato sono piaciuti. Ho realizzato collaborazioni con importanti aziende ed enti turistici, io… una rana!!! A un certo punto ho pure vinto un concorso per travel blogger e sono finita in finale ai Macchianera Internet Awards nella categoria Miglior Travel Blogger! Wow, che botta! 

Ma vuoi vedere che alla fine sono davvero un po’ bravina?

Ma vuoi vedere che vinco davvero il Pulitzer?

Ok, sto scherzando! Però alla fine tutto è stato più chiaro.

Quello che ho capito alla fine di tutto questo turbinio di eventi è che non sarò mai soddisfatta. Sono una che non si accontenta: cerco la perfezione e vorrei sempre essere la rana più verde dello stagno. Se non ci riesco sono guai. E purtroppo il problema è che non sono mai abbastanza verde.

Poi però ho capito un’altra cosa: che agli altri piaccio anche se sono un po’ meno verdina. Non serve essere super verde! A meno che tu non sia Hulk: in quel caso serve, sì! Per quel che mi riguarda, alla fine non sono poi così male e mi va bene così.

Dopo svariate sedute di rano-psicanalisi, una terapia di gruppo e una ipnosi profonda ho capito! Sono finalmente giunta alla mia più profonda illuminazione! Io voglio scrivere!

Ma dimmi te che genio che sono: hai un blog e vuoi scrivere? Davvero? Sono passata per la SEO, per i video, i social, i puppappero e mi sono persa. Avevo perso il motivo vero, la vera motivazione che mi spingeva ad essere blogger e cioè che voglio scrivere! Per tutti i rospi, ma perché non ci ho pensato prima? Ma cosa avevo in questa mia testa verde e vuota per non capirlo?

L’importante, però, è che alla fine ci sono arrivata! Così eccomi qui: pronta per una nuova sfida. Scrivere. E questa volta che sia scrittura vera, che sia estro e immaginazione, passione e sentimento, trasporto e viaggio.

Che siano parole e anima.

E così sia!

 

Se sei un blogger o se semplicemente ti è piaciuto questo post, potrebbero interessarti anche:

Un anno di blog: quanto si guadagna

Come nasce un blog e perché dovresti assolutamente aprirne uno