Oasi Zegna: una storia di natura e arte
Può un luogo modificare una persona? I luoghi che visitiamo ci influenzano? Insomma, ci possono cambiare? Hanno un qualche ascendente sul nostro essere?
Ve lo siete mai chiesto? Da amante dei viaggi me lo sono chiesta spesso. E la risposta che mi sono data è che si, i luoghi posso influenzare una persona, ne sono convinta.
Ma da una settimana a questa parte mi sono ritrovata a farmi una domanda diversa:
può una persona modificare un luogo?
Avere un impatto così determinante nella definizione di un paesaggio, nel suo sviluppo e, cosa più importante, nelle persone che poi in quel luogo ci vivranno?
Ma andiamo per gradi.
La scorsa settimana sono stata a Trivero, un paesino in provincia di Biella, invitata all’inaugurazione di una mostra dedicata a Pietro Porcinai, il più grande architetto paesaggista italiano del ‘900.
E’ lì che sono venuta a contatto con la realtà Zegna e che ho scoperto qualche dettaglio curioso sulla vita e le opere di Ermenegildo che, proprio a Trivero, nel lontano 1910 ha fondato il famoso lanificio, rinomato a livello internazionale per i suoi pregiati tessuti.
Da perfetta ignorante quale sono, fino a quel momento associavo il nome Zegna solo a un concetto di sartorialità italiana, ma ho scoperto che c’è molto di più.
NATURA
L’Oasi Zegna è un immenso parco naturale protetto con una superficie di 100 km2 in cui si possono effettuare numerose attività.
FOREST BATHING
Si va dal nordic walking allo sci, passando per palestre di roccia e giri a cavallo, fino ad arrivare ad attività decisamente particolari come il Forest Bathing. Se non sapete che cos’è state tranquilli: ci pensa Frida, la vostra beauty blogger dalla pelle verdognola, a spiegarvelo. Perchè beauty blogger? Perché il forest bathing è il primo tra i 10 trend del 2015 nel settore del wellness (secondo Spafinder Wellness). Si tratta di una pratica inventata dai miei amici Giapponesi, che in fatto di diavolerie sono sempre un passo avanti. Pare che rimanere delle ore a contatto con la natura, e in particolare sotto alcune tipologie specifiche di piante che lasciano spore e altre sostanze nell’aria, sia particolarmente salutare e fornisca dei benefici contro stress e depressione, producendo miglioramenti anche a livello cardiaco e immunitario. Nel nostro caso specifico, potete farvi una overdose di monoterpeni passeggiando sotto alla faggeta dell’Oasi Zegna. So cosa state pensando: non sapete neanche cosa sono i monoterpeni… ma mica posso spiegarvi tutto io, eh!
Il periodo migliore è quello estivo (da giugno a settembre) e l’ideale è ripetere un’esposizione di almeno 3 o 4 ore per 3 giorni consecutivi.
Carabus olympiae
Ho scoperto che nell’Oasi Zegna vive una specie di coleottero unica, il Carabus Olympiae. E quando dico unica, intendo che questo esserino vive solo qua dentro. In tutto il mondo. Non è incredibile?
Ora io, in quanto rana, quei cosi me li mangio a colazione, ma considerando che sono esemplari unici, starò attenta e cercherò di trattenermi. Questo coleottero è talmente famoso che lo trovate come simbolo dell’Oasi Zegna.
CONCA DEI RODODENDRI
Lungo la strada panoramica, fatta costruire da Ermenegildo, è possibile visitare la conca dei rododendri che proprio nei prossimi giorni, a fine maggio/giugno, si trasforma in un’esplosione di colori. Quest’area è il risultato del lavoro di Pietro Porcinai, che a lungo collaborò con Zegna e che ha studiato la disposizione armonica delle piante che popolano questa conca. Oltre che in primavera, nel periodo della fioritura, la conca dei rododendri è uno spettacolo anche i autunno in occasione del foliage.
ARTE
Oltre alla natura che la fa da padrone, un altro elemento che caratterizza questi luoghi è l’arte. Si percepisce chiaramente il tentativo di far convivere arte e natura, quasi fondendole. E la testimonianza di tutto ciò è una installazione permanente che si chiama All’aperto, perchè di fatto si trova all’esterno, immersa nella natura e nel parco.
All’Aperto
All’Aperto è un progetto a cura di Andrea Zegna e Barbara Casavecchia. All’interno dell’Oasi sono state posizionate diverse opere d’arte il cui comun denominatore è quello di rendere l’arte contemporanea più fruibile a tutti.
Le 7 opere sono frutto del lavoro di altrettanti artisti, invitati per dar vita a qualcosa di unico.
La mia preferita è quella che vede protagonisti dei simpatici cagnolini sulle panchine, si intitola “Dedicato alle persone che sedendosi qui ne parleranno“.
L’autore, Alberto Garutti, ha invitati i bambini delle scuole a disegnare il loro cane preferito. Si è poi recato di persona a misurare i simpatici amici a quattro zampe e ne ha ricavato delle statue posizionate sopra alle panchine dell’Oasi.
Ovviamente io ho subito fatto amicizia coi cagnolini, che ve lo dico a fare?
Di grande impatto è invece l’opera “Le banderuole colorate“, di Daniel Buren, che sventolano sul tetto del lanificio e che sono visibili anche da grande distanza.
ARCHITETTURA
Dall’incontro tra amore per la natura e per l’arte nasce Casa Zegna, la dimora originale di Ermenegildo, che si colloca all’interno di una cornice paesaggistica perfettamente progettata, in cui la parola d’ordine è armonia. Quello che ancora oggi si può ammirare, visitando la mostra dedicata a Pietro Porcinai, è frutto proprio del lavoro di questo grande architetto paesaggista, che ha lavorato a tutti gli spazi e i giardini di questa meravigliosa villa.
La mostra
La mostra “Pietro Porcinai a Trivero: Giardini e paesaggio tra pubblico e privato“, a cura di Maria Luisa Frisa e Luigi Latini, illustra l’opera di Porcinai e la sua collaborazione con Zegna.
La mostra si tiene all’interno di uno splendido giardino d’inverno, progettato dallo stesso Porcinai, che mi ha molto ricordato il padiglione di Mies Van Der Rohe a Barcellona.

Foto scattata da Alessandra e Eleonora, trovate il loro bellissimo blog qui
Linee pulite, geometrie e integrazione con la natura circostante che si fondono con l’ambiente interno grazie alle grandissime vetrate.
La mostra resterà aperta tutte le domeniche dalle 14.00 alle 18.00 fino al 10 luglio.
Il biglietto di ingresso costa 3€ (2€ i ridotti) ed è gratuito la prima domenica del mese.
Il giardino
Il giardino di Casa Zegna, realizzato sempre da Porcinai, è un piccolo angolo di paradiso: tutto è pace e bellezza.
Piante, fiori, alberi, viali, fontane, decorazioni. Ho amato questo posto e non riesco neppure a immaginare quanto possa essere bello abitare in un ambiente così bello e curato.
la mostra permanente
Accanto alla mostra di Porcinai è possibile visitare anche la mostra permanente di Casa Zegna.
Qui troverete raccontata la storia del celebre marchio a partire dalla fondazione, fino ai giorni nostri. Sono esposti i taccuini per gli appunti di Ermenegildo e viene narrata l’evoluzione della produzione portata avanti prima dai figli Angelo e Aldo e poi dagli eredi.
Si possono osservare i diversi tipi di lana, i diversi filati e tessuti e anche gli abiti dalle fogge differenti in una galleria che è un po’ una sfilata nel tempo. I miei preferiti restano sempre gli anni 70, che ne dite?
ACCOGLIENZA
All’interno dell’Oasi Zegna è possibile soggiornare per una vacanza di puro relax.
All’interno del perimetro del parco, infatti, sono presenti diversi rifugi e locande. Io sono stata a pranzo all’agriturismo Oro di Berta, una vecchia cascina davvero deliziosa.
Qui è possibile gustare dei pranzetti gourmet a chilometro zero, ma anche soggiornare in una delle 4 stanze a disposizione degli ospiti.
Insomma, mi stavo chiedendo se una persona sola può modificare un luogo e, sapete una cosa? La risposta è di si! Me l’ha dimostrato Ermenegildo Zegna.
Con il suo amore per la natura e l’arte e quello spirito di condivisione e arricchimento che solo un uomo illuminato può avere. Una responsabilità sociale che l’ha spinto a investire nel suo territorio, per portare cultura e arricchimento a tutto il paese e Trivero, immaginate un po’, ringrazia!
Perché quello stesso spirito è ora portato avanti dagli eredi.
Mi hanno raccontato che ogni volta che a un dipendente nasce un figlio, nell’Oasi Zegna viene piantato un albero.
Ora, io sono una rana sentimentale, ma a me questo fatto ha colpito proprio. Pare una storia anacronistica, d’altri tempi.
E alla fine è proprio questo che mi è piaciuto di questi luoghi e di queste genti: che sono legati a dei valori universali e senza tempo, valori trasmessi da un grande uomo, che ha saputo arricchire il territorio in cui ha vissuto donando arte, natura e bellezza e riuscendo, in questa opera, a trasmettere quegli stessi valori anche a chi gli stava attorno. La bellezza genera bellezza, ne sono convinta. E questa di Trivero è proprio una bella storia d’amore a lieto fine.
23/05/2016 @ 9:10
Sembra un posto bellissimo, dove riempirsi gli occhi di colori e ricaricare le energie. Mi piacciono tantissimo le panchine con i cani, hanno un che di commovente. Non conoscevo la pratica del “bagno forestale” ahah, ma vista l’insistente presenza di verde a casa mia in Umbria credo di averla praticata inconsapevolmente da sempre 😀
La prossima volta che Marco ed io passiamo dal Piemonte ci facciamo più di un pensiero, grazie per la segnalazione e buon lunedì! 🙂
26/05/2016 @ 8:44
Si, anche io credo di aver fatto tanti bagni forestali (bella la traduzione!) ahahah
Anche a me le panchine sono piaciute, sono molto simpatiche 🙂
23/05/2016 @ 9:04
Ma questo é un posto fantastico! Alla fine la mostra é stata un’ ottima scusa per scoprire quest’oasi di pace e natura! Che il sig. Zegna rappresentasse l’ eccellenza della sartoria non avevo dubbi ma non sapevo fosse così attento alla natura e avesse creato e gestisse un posto così! É bellissimo, quasi mi commuovo!
26/05/2016 @ 8:43
Esatto, è stata un’ottima scusa per scoprire un posto fantastico! 😉
20/05/2016 @ 8:38
Ciao rana! Come si salutano tra loro le rane? cra-cra? Non ne ho idea 😀
Moooolto carina questa gita fuori porta.
Forest Bathing… mi fa sempre ridere come oramai usiamo termini in inglese per tutto (ma sono anche io il primo a farlo)..un tempo avremmo semplicemente detto che una passeggiata in montagna è salutare ihihih.
Sempre molto curati i tuoi post comunque – devo passare a trovarti più spesso 🙂
Un saluto,
Simone
26/05/2016 @ 8:42
Grazie Simone, torna quando vuoi… a me fa solo piacere! 🙂