La Broadway: la strada che se ne frega
A Manhattan c’è una strada che la percorre tutta da un capo all’altro, attraversandola da sud a nord e fregandosene completamente della sua griglia così ordinata di street ed avenue. È la Broadway: che parte da Battery Park, nella punta sud dell’isola, sale passando per downtown, attraversa Union Square prima e Madison Square Park poi, su per Midtown e poi per l’Upper West Side e poi più su, si insinua fino ad Harlem e a Washington Heights, per arrivare a Inwood, nella punta nord di Manhattan.
Le strade di Manhattan
Certo, anche le avenue percorrono quest’isola in tutta la sua lunghezza, ma sono diverse: sono tutte allineate, incasellate in una regola ferrea che vuole le avenue tutte affiancate per la lunga e le street tutte a incrociarle per il verso più corto, così da formare i classici blocks.
Muoversi a New York è facilissimo: è un po’ come giocare a battaglia navale, basta avere le vostre coordinate – avenue e street – un gioco da ragazzi. Quando si sale su un taxi, per indicare un indirizzo non si comunica il numero civico: come farebbe un povero tassista a sapere dove si trova il 19877 di Park Avenue? Piuttosto si indica il block a cui si è diretti: sulla sesta tra la diciannovesima e la ventesima, molto più semplice!
Tutto a Manhattan è incasellato e segue questa semplicissima regola.
La Broadway no. La Broadway è diversa! E anche se a sud potrebbe trarvi in inganno fingendo di assecondare le regole e procedendo per un tratto parallela alle altre avenue, poi impunemente, senza dare nessun avviso, vi sorprenderà tagliando tutta Midtown in obliquo.
La Broadway
Questo carattere peperino della Broadway mi ha stregata! Ma come gli è venuto in mente di sovvertire tutte le regole? La più anarchica delle avenue è, di fatto, la rappresentazione più realistica di New York: eclettica, in continuo movimento e fuori dagli schemi, audace al punto di creare delle anomalie, delle aree triangolari in una città squadrata.
Triangoli che, a loro volta, attirano l’attenzione grazie alla loro forma bizzarra. Che costringono ad usare creatività ed ingegno, là dove la regola non può più essere applicata.
E così, dall’incontro della Broadway con la quinta nasce il Flatiron Building, l’edificio a base triangolare, appunto. Che sembra un ferro da stiro e che, nel suo lato più stretto, attrae curiosi e ammiratori. Un building che ha saputo adattarsi, che ha ceduto davanti all’estro di quella pazza della Broadway.
Poco più a nord, dall’incontro della Broadway con la sesta ecco l’area di Herald Square: le arterie che si allargano, gli spazi che si dilatano e i newyorkesi che si appropriano di un’area stradale per riposarsi su sedie e tavolini.
Quando la Broadway incrocia la settima: boom! Esplode in una moltitudine di luci creando quel rumore assordante che tutti chiamano Times Square. Una piazza sui generis, nella forma prima ancora che nel contenuto, che di fatto proprio una piazza non è. Un crocevia creato da una Broadway capricciosa che qui, a Times Square, si veste di nastrini e paillettes e si prepara, la sera, per entrare in scena. Siamo a Broadway. Non più sulla strada, no. Siamo nella zona dei teatri, dei musical, degli spettacoli che ti risucchiano dal caos informe di Times Square per catapultarti in un altro secolo, un altro continente, un altro mondo.
Finito lo spettacolo la Broadway, la strada, riprende il suo cammino. Arriva a lambire Central Park, dove incrocia l’ottava avenue, si butta su Columbus Circle e sono pronta a scommettere che faccia almeno un paio di giri alla rotonda prima di riprendere il suo cammino verso nord. Ancora in diagonale, a incasinare una volta ancora gli schemi di una Manhattan che ormai la conosce bene. Una Manhattan che ha capito che a imbrigliarla, questa Broadway, proprio non ci si riesce.
Tanto vale lasciarla correre così, libera, dove le pare. A incrociare la nona avenue e creare altri triangoli davanti al Lincoln Center. Genio ribelle, prosegue ancora e per un tratto, neppure troppo breve, tra la 78° e la 104° nell’Upper West Side, la Broadway sembra rinsavire un po’. Rientra nei ranghi, prosegue in parallelo.
Giusto il tempo di farci stupire, di domandarci perché, cosa sia successo. Ed eccola lì, di nuovo in diagonale. A stare in fila ordinata proprio non ce la fa. Prosegue ancora la sua corsa verso nord, passa accanto alla Columbia University e poi più su! L’ultimo sforzo per stare in riga e poi si lascia infine andare in uno zigzag che, lo sappiamo, stava trattenendo da troppo tempo!
A Manhattan c’è una strada che la percorre tutta da un capo all’altro, attraversandola da sud a nord e fregandosene completamente della sua griglia così ordinata di street ed avenue. È la Broadway, ed è il modo migliore di fare conoscenza con New York.