In aliante a Varese: se superi le tue paure, puoi volare!
A Varese c’è un aero club dove si vola in aliante.
Si trova proprio lungo la strada provinciale e ci sarò passata davanti almeno un migliaio di volte: vedevo gli alianti schierati, e spesso li vedo anche in volo, ma l’idea di salirci sopra non mi ha mai sfiorata nemmeno da lontano.
Finché un giorno ricevo l’invito di InLombardia per partecipare ad un blogtour del progetto #inLombardia365 a Varese, la mia città. Eccitatissima all’idea di scoprire lati inediti di questa bellissima terra, mi sono fiondata a leggere il programma e lì ho scoperto che avrei volato su un aliante.
Inutile dirvi che il pensiero è corso subito alla Slovenia, a quando mi sono buttata in una discesa di rafting con le ginocchia che facevano “giacomo giacomo”, anche se ora la questione mi sembrava un pochino più seria.
Non che abbia paura di volare, non credo di averla mai avuta, ma un aliante è un mezzo molto particolare, senza motore, che vola solo sfruttando il vento come un aeroplanino di carta.
Il giorno dell’appuntamento, ho preso tutto il mio coraggio sotto braccio e mi sono presentata all’Aero Club Adele Orsi al grido di: “Quando mi ricapiterà mai?”
Al club siamo stati guidati per mano: ci hanno mostrato la carta della zona e indicato le aree in cui il volo è vietato per non interferire con Malpensa. Ci hanno mostrato l’hangar e gli alianti e tenuto una mini-lezione di volo: perché un aereo vola? Come si guida un aliante? Che strumentazioni ci sono a bordo? Come avviene il decollo?
Guidata dalla paura, che ancora mi restava appiccicata addosso, mi sono ritrovata a prendere mille appunti su anemometri, barometri, altimetri, nastrini e palline, “non si sa mai che in volo qualcuno di questi aggeggi mi salvi la vita.” Le lezioni mi stavano rassicurando, ma ammetto che certe informazioni avrei preferito ignorarle.
Il culmine della tremarella l’ho raggiunto nel momento in cui ho realizzato che un aliante ha solo un tentativo di atterraggio, perché non avendo un motore non può fare manovre di emergenza e riprendere quota come un aereo normale.
L’agitazione saliva.
Finché non ha iniziato a diluviare.
E non ho detto a piovere. Ma a diluviare! Uno scroscio d’acqua violento. Intenso. Che sbatteva forte sul tetto dell’hangar producendo un rumore assordante. Una gigantesca bolla d’acqua che non mostrava nessuna intenzione di smettere. All’orizzonte solo nuvoloni neri.
E io mi sono ritrovata a pensare: se non smette subito perderò l’occasione di volare. Smetti! Smetti subito di piovere! Perché io voglio volare!
E, incredibile ma vero, sono stata esaudita! Il temporale si è calmato. Mentre la furia della tempesta svaniva, siamo stati accompagnati al simulatore di volo per fare qualche prova e poi ci hanno chiamati perché, finalmente, si poteva volare.
Ok, ora non voglio fare la spavalda che ha superato tutte le sue paure e ha sconfitto i demoni. Quando mi sono accorta che nel nostro gruppo nessuno ci aveva spiegato come funzionasse il paracadute, ho un attimo di svenimento. Ma è durato solo un momento. La voglia di provare quest’emozione era troppo forte. La voglia di volare, di fluttuare nell’aria, sorretta dal vento.
E così è venuto il mio turno.
Mi sono presentata al mio pilota. Mi sono infilata il paracadute. Sono saltata sull’aliante.
Qualche minuto e tutto era pronto per il decollo.
Il motore dell’aereo davanti a noi era acceso, la corda che ci legava a lui si è tesa, ultimi controlli e poi via, la nostra corsa è partita.
L’aliante è davvero leggero, tanto che si stacca in volo prima dell’aereo che lo sta trainando e io non ho potuto fare a meno di pensare ad un aquilone e alle corse da bambini per farlo volare. Ecco, io ero sull’aquilone e stavo volando.
Poi anche l’aereo a motore si è staccato da terra e abbiamo iniziato il nostro inseguimento sopra i cieli di Varese. Ogni tanto qualche scossone mi faceva tremare. Ma sotto di me il verde del Lago di Varese mi ha rubato gli occhi e mi sono distratta. Ho iniziato a urlare di gioia e a guardarmi intorno.
Insomma, in vita mia avrò preso almeno 300 aerei? Non era certo la prima volta che volavo. Ma ora avevo una vista a 360 gradi. Non ero seduta su un airbus o su un boeing 747, ero sul mio aeroplanino di carta, per aria, nel cielo di casa mia.
Giusto il tempo di riprendermi dall’emozione e realizzare dove fossi, che il pilota ha riportato la mia attenzione alla strumentazione. Mannaggia, dove ho lasciato tutti i miei appunti?
A 75 km/h l’aliante è pronto per volare da solo, si può sganciare il traino, e noi c’eravamo quasi. Mi sono sentita un po’ come Marty McFly.
“Adesso sgancio” ha detto il pilota.
Magia.
Non so trovare un’espressione più consona. Appena abbiamo sganciato la corda ho sentito che stavamo volando. L’ho sentito. Non eravamo più trainati, nessuno scossone, nulla che non fosse il nostro scivolare nel vento.
Stavo volando. Libera da ogni corda e da ogni costrizione. Libera di salire o scendere, di seguire una corrente o di virare. Il mio aeroplanino non era più un giocattolino trascinato da qualcun altro, non doveva più seguire la strada che qualcun altro aveva scelto per lui. Ora era libero di andare dove voleva.
Questo è quello che si prova a volare: la testa gira e le emozioni frullano in petto, ma ci si sente felici e liberi. E in quel momento, vi assicuro che non ho più pensato alle istruzioni, agli appunti, alla strumentazione o al paracadute. Pensavo al mondo che vedevo là sotto così piccolo, alla natura che mi circondava sol suo verde così intenso da non poterci credere, e alla vita che ti sorprende sempre, se solo la lasci fare.
Dalla nostra posizione potevamo vedere tutto il Lago di Varese, ma anche una punta del Lago Maggiore. Le montagne tutte intorno a partire dal Campo dei Fiori e poi il Sacro Monte e la città di Varese. Li guardavo tutti, riempiendomi gli occhi. La bocca spalancata.
Siamo stati per aria 20 minuti, ma a me sono sembrati 5. Anche il tempo vola quando sei lassù.
Era ora di tornare alla base, il famigerato atterraggio. Che Dio me la mandi buona, ho pensato. E mentre scendevo, le case si avvicinavano, gli alberi diventavano più grandi, finché abbiamo toccato terra e sono tornata tra gli umani.
Una volta scesa, mi hanno detto più volte di smetterla di sorridere. Evidentemente dovevo avere un’espressione ebete stampata sulla faccia. Ma io me ne sono fregata. Avevo volato. E non mi importava nient’altro.
Dedicato a Marta del Sole
Dopo aver provato l’ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo.
Leonardo da Vinci
L’Aero Club Adele Orsi si trova a Calcinate, sul Lago di Varese.
Per volare, non è necessaria nessuna prenotazione. E’ sufficiente presentarsi, chiedere informazioni, e munirsi di santa pazienza finché si presentano le condizioni ambientali che consentono il volo.
L’aliante, come fanno anche i rapaci, sfrutta le correnti termiche, per cui non è molto indicato la mattina presto. Bisogna attendere che il sole scaldi la terra e che l’aria si riscaldi.
Per info e costi potete contattare il 0332.310073 oppure visitare il sito internet dell’aero club, tra l’altro qui si parla di noi!
Trovate maggiori dettagli su cosa visitare a Varese sul sito di InLombardia365 e su Do you lake?
Come nasce un blog e perché dovresti assolutamente aprirne uno | One Two Frida
12/12/2017 @ 9:43
[…] è quando ho provato a volare con l’aliante: ma non fa per […]
29/05/2017 @ 16:21
Ci passo davanti da quando sono piccola e mi dico sempre “prima o poi”, e capita questo post sotto i miei occhi.
È arrivato il momento! 🙂
26/06/2017 @ 14:46
Eh, si E’ arrivato il momento! Questo è un segno!
Buttati! …e poi fammi sapere com’è andata, eh!
26/06/2017 @ 14:49
Sarà fatto! Intanto provo con il parapendio a Laveno… che paura!
Rewind Luglio: vivere positivo | One Two Frida
03/08/2016 @ 12:55
[…] i miei post di questo mese, vi segnalo quello della pazzia che ho fatto il mese scorso quando ho volato con un aliante! (Mi sta venendo in mente che ultimamente faccio davvero tante pazzie… che sia una crisi di […]
14/07/2016 @ 9:03
Voglio provarci anche io!!!!
14/07/2016 @ 20:06
Devi! E’ un’esperienza unica!!!
08/07/2016 @ 13:31
Smettere di sorridere!!! Nooo, ma io stessa sorridevo mentre leggevo questa esperienza! Io avrei avuto un afflusso di adrenalina che non ti dico ma… non posso nemmeno immaginare! Oh, li hai presi bene gli appunti! Io mi sarei persa subito. P.s. Non avevo mai notato il sorriso di Frida. Si vede che pure lei era così contenta che lo ha mostrato in tutto il suo splendore.
13/07/2016 @ 20:06
Ahahah! Se ci ripenso! Io lì a prendere appunti! Tizzi, dovevi vedermi!
Siii, Frida sorride sempre! 🙂 Ed è stata super-contenta!
08/07/2016 @ 13:19
Che spettacolo! Vista mozzafiato, emozioni non parliamone… nonostante questo non so se avrei avuto il coraggio di farlo, in generale le altezze mi spaventano e sono pochissimo abituata a volare. Tanta stima per te!
13/07/2016 @ 20:03
In effetti mi meraviglio anche io quando ci ripenso! Dove ho trovato il coraggio? Non lo so! Però è stato davvero super!
08/07/2016 @ 8:10
Dico solo: M E R A V I G L I A!!!
13/07/2016 @ 20:02
Bellissimo!!!